Cosa serve per aprire un’attività ristorativa

Cosa serve per aprire un’attività ristorativa

Cosa serve per aprire attività ristorativa

In questi ultimi anni abbiamo assistito all’apertura di un gran numero di ristoranti, complice il fatto che la cucina italiana ed in particolare lo slow food sono molto apprezzati dai turisti stranieri che visitano ogni anno il nostro Paese. Tuttavia la normativa è piuttosto articolata ed aprire un’attività ristorativa è piuttosto complesso. Scopri gli step da seguire ed i requisiti necessari previsti dalla legge.

Quali sono i requisiti necessari per aprire un’attività ristorativa?

 Per aprire un’attività ristorativa occorre essere prima di tutto in possesso di alcuni importanti requisiti sia morali che professionali.

Riguardo i primi è fondamentale non aver riportato condanne penali che prevedono la detenzione superiore a tre anni. È necessario inoltre non essere stati dichiarati delinquenti abituali né aver subito procedimenti fallimentari.

I requisiti professionali invece richiedono:

  • Essere maggiorenni e capaci di intendere e di volere
  • Possedere almeno un diploma di scuola media superiore che preveda lo studio di materie attinenti il commercio o la preparazione di alimenti
  • Aver esercitato per almeno due anni un’attività nel settore della ristorazione o della somministrazione, anche se in maniera non continuativa
  • Possedere la certificazione SAB, ovvero il certificato di somministrazione alimenti e bevande. Il certificato si ottiene dopo aver seguito un corso di circa 100 ore, organizzato da enti provinciali o comunali, talvolta anche da privati. Il corso SAB non è necessario se in precedenza si è esercitata l’attività nel settore alberghiero oppure nella ristorazione. Per ottenere la certificazione SAB puoi rivolgerti ad un’associazione di categoria sul territorio oppure ad uno degli enti provinciali. Il corso prevede un esame finale avente lo scopo di testare le competenze acquisite. Ha un costo che oscilla mediamente fra i 600 € e gli 800 €. Tutti i requisiti possono essere autocertificati allo Sportello Unico delle Imprese, la relativa modulistica è disponibile presso le camere di Commercio. 

Quali sono i requisiti tecnici richiesti per i pubblici esercizi? 

Qualsiasi locale per essere adibito ad attività ristorativa deve possedere dei requisiti tecnici specifici, quali:

  • Requisiti urbanistici ed edilizi, in quanto il locale deve rispettare tutti i vincoli storici e paesaggistici che le leggi prevedono. Deve essere dotato di servizi igienici per gli avventori, fruibili anche da persone portatrici di handicap. Il locale deve avere idonea metratura e deve rispettare le normative previste dall’ASL territoriale riguardo all’impianto idrico, alla canna fumaria, al trattamento dei rifiuti ed alla distanza fra cucina e sala.
  • Manuale HACCP preparato da un professionista in maniera scrupolosa, attestante il sistema di autocontrollo effettuato per garantire la sicurezza igienica degli alimenti e obbligatorio per legge
  • Possesso dei requisiti in materia di sicurezza sul lavoro e idoneità sanitaria

In ogni caso è consigliabile sempre verificare in Regione i requisiti che le normative regionali prevedono.

Partita Iva, autorizzazioni e comunicazioni per aprire un’attività ristorativa

Per aprire un’attività ristorativa è necessario il possesso della partita iva. Se l’attività è condotta da una sola persona, la forma giuridica più conveniente è quella della ditta individuale.

Se ci sono più soci coinvolti nell’attività ristorativa, può essere necessario costituire una società. Già da alcuni anni il legislatore ha reso disponibile la forma giuridica della Società a Responsabilità Limitata Semplificata, la quale agevola gli imprenditori sollevandoli da diversi adempimenti.

Tutti coloro che intendono aprire un’attività ristorativa devono inoltre:

  • Fare l’iscrizione all’Inps e all’Inail
  • Presentare al Comune la SCIA, ovvero la segnalazione certificata d’inizio attività
  • Inviare alla CCIAA della provincia la Comunicazione Unica
  • Comunicare all’Agenzia delle Dogane la vendita e la somministrazione di alcolici
  • Pagare al Comune i diritti per l’affissione dell’insegna
  • Iscriversi al CONAI
  • Possedere la licenza commerciale che va richiesta all’ufficio commercio del Comune, indicando se si è proprietari del locale oppure affittuari. In questo secondo caso si deve registrare il contratto di affitto all’Ufficio del Registro.
  • Pagare la SIAE, se nel locale si diffonde la musica

Quali sono i costi da affrontare per aprire un’attività ristorativa? 

Come per una qualsiasi attività commerciale, i costi da affrontare per aprire un’attività ristorativa possono essere anche notevoli. È sempre consigliabile rivolgersi ad un commercialista per far fronte a tutti gli adempimenti sopracitati.

Certamente il professionista saprà fornire tutta l’assistenza fiscale di cui c’è bisogno ed evitare che si possa incorrere in pesanti sanzioni per non aver presentato un documento o una comunicazione obbligatoria.

I costi per aprire un’attività ristorativa possono variare fra Comune e Comune, per cui appoggiarsi ad un commercialista oggi è diventato quasi imprescindibile.

Mediamente il costo da affrontare per tutti gli adempimenti si aggira intorno ai 5.000 €.  A questa cifra, ovviamente, si devono aggiungere i costi per i seguenti interventi:

  • la risistemazione del locale
  • l’acquisto dell’arredamento tecnico e delle attrezzature necessarie
  • l’acquisto degli arredi (tavoli, sedie, mobili ecc..)
  • l’acquisto delle stoviglie
  • l’acquisto delle materie prime e dei materiali di consumo
  • l’acquisto dei software necessari per la gestione operativa dell’attività

Una volta che l’attività ristorativa è stata aperta, bisogna poi considerare i costi di affitto, le utenze e le spese per il personale dipendente.

Si tratta di cifre che a volte superano ampiamente i 100.000 euro e per le quali, se non si ha la disponibilità immediata, diventa necessario ricorrere ad un finanziamento.