I lavori in quota sono tra le attività a più alto rischio nel contesto della sicurezza sul lavoro. Proprio per questo, la normativa italiana stabilisce requisiti ben precisi per chi intende svolgerli: servono condizioni fisiche adeguate, un’idoneità medica specifica, formazione certificata e l’uso corretto dei dispositivi di protezione.
Che cosa si intende per lavori in quota
Il Decreto Legislativo 81/2008 definisce come lavori in quota tutte le attività lavorative che espongono il lavoratore a un rischio di caduta da un’altezza superiore ai due metri rispetto a un piano stabile.
Questa definizione comprende interventi su tetti, ponteggi, piattaforme mobili, scale, tralicci e qualsiasi altra situazione che comporti l’esecuzione di un compito ad alta quota. L’elemento determinante non è il tipo di lavoro, ma l’esposizione al rischio caduta, che rende necessaria una valutazione rigorosa delle condizioni operative.
Requisiti fisici per i lavori in quota
Per poter svolgere in sicurezza un’attività in quota, è fondamentale che il lavoratore soddisfi una serie di requisiti fisici specifici. La sola disponibilità o esperienza non sono sufficienti: è necessario che la persona abbia una condizione fisica compatibile con le esigenze e i rischi del lavoro in altezza.
Assenza di vertigini e buona coordinazione motoria
Uno dei requisiti fondamentali è la capacità fisica di lavorare in altezza in modo stabile e sicuro. Chi soffre di vertigini, instabilità, scarsa coordinazione o deficit dell’equilibrio non può essere impiegato in attività in quota. La sicurezza in questi casi dipende anche da riflessi pronti e lucidità mentale.
Buona forma fisica e resistenza all’attività
Il lavoratore deve essere in grado di affrontare sforzi fisici, mantenere una posizione corretta per periodi prolungati e gestire eventuali imprevisti. Anche la vista deve essere pienamente funzionale, corretta se necessario con occhiali o lenti a contatto compatibili con l’attività.
Assenza di patologie incompatibili con l’altezza
Disturbi neurologici, cardiovascolari, psichici o respiratori possono compromettere la sicurezza durante il lavoro in quota. Per questo motivo, il medico competente valuta con attenzione ogni aspetto della salute generale del lavoratore prima di dichiararne l’idoneità.
Idoneità medica obbligatoria
Una volta verificati i requisiti fisici di base, è indispensabile procedere con l’accertamento medico formale. L’idoneità alla mansione è infatti un passaggio obbligato che non può essere sostituito da una semplice autovalutazione o da un colloquio informale.
La visita del medico competente
Nessun lavoratore può essere assegnato ai lavori in quota senza una specifica idoneità sanitaria. La visita è svolta da un medico competente e prevede un’anamnesi accurata, l’esame dello stato fisico e, se necessario, test mirati su equilibrio, vista e reattività.
L’idoneità può essere rilasciata in forma totale o con limitazioni. In alcuni casi, se le condizioni di salute non sono compatibili con l’attività, il medico può negare o sospendere l’idoneità.
Validità e aggiornamenti del certificato
Il certificato ha una durata stabilita dal medico, solitamente annuale o biennale. Deve essere rinnovato in caso di cambiamenti nella mansione, modifiche dello stato di salute o introduzione di nuove attrezzature.
La sorveglianza sanitaria è quindi un processo continuo, e non un semplice adempimento iniziale.
Formazione e certificazioni per lavorare in quota
Accanto all’idoneità fisica e medica, la normativa prevede un’altra condizione essenziale: la formazione. Il lavoratore che opera in quota deve conoscere le tecniche, i dispositivi e le procedure previste per tutelare la propria sicurezza e quella degli altri.
Corso specifico per i lavori in quota
Oltre all’idoneità fisica, è obbligatoria una formazione adeguata. Il corso per lavori in quota prevede una parte teorica sulla normativa, la valutazione dei rischi e le misure di prevenzione, seguita da una parte pratica sull’uso dei dispositivi di protezione individuale e sulle tecniche di lavoro in altezza.
La formazione comprende anche l’addestramento al recupero dell’infortunato, un aspetto spesso sottovalutato ma cruciale in caso di emergenza.
Attestato e aggiornamento periodico
Al termine del corso, il lavoratore riceve un attestato che certifica l’avvenuta formazione. Questo documento ha una validità che può variare a seconda del tipo di attività e deve essere aggiornato periodicamente, anche attraverso esercitazioni pratiche.
Chi non può svolgere lavori in quota
Ci sono condizioni precise che escludono la possibilità di essere impiegati in lavori in quota. Alcune sono temporanee, altre definitive. In ogni caso, non è possibile improvvisare o fare eccezioni quando si parla di sicurezza.
Assenza di idoneità medica o formazione
Non può essere impiegato in quota chi non è stato ritenuto idoneo dal medico competente o chi non ha frequentato con esito positivo il corso specifico. Questi due elementi rappresentano un prerequisito assoluto, senza il quale l’accesso al cantiere o all’area sopraelevata è vietato.
Condizioni temporanee o permanenti di rischio
Anche situazioni momentanee, come una convalescenza, l’uso di farmaci che alterano la lucidità o stati di stress psico-fisico elevato, possono rappresentare un ostacolo al lavoro in altezza. In questi casi è necessario il parere medico prima di poter riprendere l’attività.
Il ruolo del datore di lavoro nella gestione dei lavori in quota
Per garantire che le attività in altezza siano eseguite nel rispetto della legge e della tutela dei lavoratori, il datore di lavoro ha un ruolo centrale. Deve verificare requisiti, aggiornamenti e condizioni operative, prevenendo ogni possibile situazione di rischio.
Verifica dei requisiti e valutazione dei rischi
Il datore di lavoro ha l’obbligo di garantire che tutte le persone impiegate nei lavori in quota siano in possesso dei requisiti previsti. Questo significa controllare che l’idoneità medica sia in corso di validità, che la formazione sia aggiornata e che i dispositivi di protezione siano forniti e correttamente utilizzati.
È inoltre suo compito aggiornare periodicamente il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR), includendo la specifica analisi dei rischi legati all’altezza.
Predisposizione dei dispositivi di sicurezza
Oltre ai DPI individuali, il datore di lavoro deve predisporre sistemi di protezione collettiva come parapetti, linee vita, reti anticaduta e piattaforme sicure. L’efficacia di questi strumenti deve essere verificata prima dell’avvio dei lavori e monitorata nel tempo.
Anche la segnaletica e le procedure di emergenza devono essere chiare, accessibili e note a tutto il personale.
Una cultura della sicurezza consapevole e condivisa
I lavori in quota richiedono non solo requisiti tecnici e normativi, ma anche una cultura della sicurezza che coinvolga ogni livello aziendale. Affidare un’attività ad alta quota a una persona non idonea, non formata o priva dell’equipaggiamento corretto significa esporsi a rischi enormi, sia dal punto di vista umano che legale.
L’attenzione alla prevenzione, la sorveglianza medica continua e l’investimento in formazione sono elementi fondamentali per costruire un ambiente di lavoro sicuro, responsabile e sostenibile. Operare in quota è possibile solo quando ogni fase è pianificata, gestita e condivisa con consapevolezza.