Ambiente di lavoro, le norme principali da seguire
Nel corso degli ultimi anni, la moderna concezione di sicurezza sul lavoro, concepisce questa disciplina come un concetto più che una serie di norme. Una filosofia da perseguire più che un complesso di strumenti, una vera e propria cultura più che un diktat dall’alto.
Instaurare una cultura positiva all’interno dell’ambiente lavorativo è importante al fine di mantenere la salute e la sicurezza dei lavoratori.
Quali sono le norme principali da seguire in un ambiente di lavoro?
Il D.Lgs 81/2008 al Titolo II tratta la materia della sicurezza e dei requisiti negli ambienti di lavoro.
L’articolo 62 del Testo Unico sulla salute e sicurezza sul lavoro descrive gli ambienti di lavoro come quelli “destinati ad ospitare posti di lavoro, ubicati all’interno dell’azienda o dell’unità produttiva, nonché ogni altro luogo di pertinenza dell’azienda o dell’unità produttiva accessibile al lavoratore nell’ambito del proprio lavoro”.
Sebbene il D.Lgs 151/2015 abbia apportato successive modifiche, ancora oggi il D.Lgs 81/2008 costituisce la vera guida in tema di sicurezza negli ambienti di lavoro.
L’Articolo 63 del D.Lgs 81/2008 stabilisce espressamente che i luoghi di lavoro devono essere strutturati tenendo conto dei lavoratori disabili. Alla luce di questo, l’ambiente di lavoro deve prevedere che le porte, le vie di circolazione, le scale con i relativi accessi, gli ascensori e le loro pulsantiere, i bagni e le postazioni di lavoro siano utilizzabili dai lavoratori disabili.
Fermo restando che queste norme non si applicano agli ambienti di lavoro utilizzati in data antecedente al 1° gennaio 1993, resta comunque l’obbligo per il datore di lavoro di adottare tutte le misure necessarie affinché sia garantita la mobilità e l’utilizzazione dei servizi igienici.
Nel caso in cui sussistano vincoli urbanistici ed architettonici che non consentano di adeguarsi ai requisiti contenuti nell’Allegato IV, il datore di lavoro è tenuto ad adottare quelle misure alternative idonee ad assicurare un grado di sicurezza equivalente, dopo aver ottenuto l’autorizzazione dall’autorità di vigilanza territorialmente competente.
L’Articolo 64 del D.Lgs 81/2008 descrive dettagliatamente gli obblighi del datore di lavoro in fatto di norme principali da seguire: innanzitutto gli ambienti di lavoro, oltre ad essere conformi a quanto disposto dall’articolo 63, stabilisce che le vie di circolazione interne o esterne che conducono ad uscite e ad uscite di emergenza siano sempre sgombre per l’utilizzo in caso di emergenza.
Il datore di lavoro è anche tenuto alla regolare manutenzione tecnica degli ambienti di lavoro, dei dispositivi e degli impianti, eliminando gli eventuali difetti che possano mettere a rischio la sicurezza e la salute dei lavoratori. Gli stessi luoghi di lavoro, i dispositivi e gli impianti devono essere sottoposti a regolare pulizia assicurando condizioni di igiene adeguate.
Stesso discorso vale per i dispositivi e gli impianti di sicurezza destinati alla prevenzione e all’eliminazione dei pericoli. Essi devono essere sottoposti a regolare manutenzione e periodiche verifiche.
Il successivo Articolo 65 vieta di destinare al lavoro locali chiusi sotterranei o semi sotterranei. Tuttavia, quando ricorrono particolari esigenze tecniche, questi locali possono essere destinati al lavoro a patto che il datore di lavoro assicuri idonee condizioni di aerazione, di microclima e di illuminazione.
Illuminazione, rumori e microclima: cosa prevede la legge?
L’Allegato XXXIV del D.Lgs 81/2008 detta importanti norme in fatto di illuminazione, rumore, microclima, radiazioni e spazio di lavoro.
Illuminazione: quali sono le norme a tutela dei lavoratori?
Riguardo l’illuminazione il legislatore stabilisce che la stessa negli ambienti di lavoro deve essere sufficiente e deve fornire un adeguato contrasto.
Le postazioni di lavoro devono essere situate rispetto alle fonti di luce in posizione tale da evitare abbagliamenti, riflessi ed eccessivi contrasti.
Le finestre devono avere idonei schermi in modo da evitare abbagliamenti, mentre tutte le superfici di lavoro, le superfici delle pareti, delle finestre e delle attrezzature presenti devono essere fatte in modo da evitare abbagliamenti e riflessi.
L’illuminazione di un ambiente di lavoro deve assicurare il benessere visivo, massima sicurezza e consentire adeguate prestazioni. Essa può essere diretta ed indiretta: l’allegato indica come preferibile un tipo di illuminazione mista diretta-indiretta perché non si crea uno sbilanciamento eccessivo tra le zone illuminate direttamente, con altre aree che restano in ombra e il resto dell’ambiente illuminato indirettamente ma in maniera più omogenea.
Nell’ambiente di lavoro le radiazioni devono essere trascurabili e non devono essere fonte di pericolo per la salute e la sicurezza, ad esclusione della porzione visibile dello spettro elettromagnetico.
Salvaguardia dei lavoratori dai rumori pericolosi
Il rumore non deve pregiudicare l’attenzione né essere di ostacolo alla comunicazione verbale. Non deve essere causa di disturbo né di fastidio, né impedire di percepire i segnali acustici nell’ambiente. Viene stabilito che il limite massimo tollerabile deve essere inferiore ai 55 dB.
Le fonti di rumore sono svariate: fotocopiatrici, impianti di condizionamento, stampanti, telefoni, traffico automobilistico esterno, conversazioni fra colleghi, punti di ristoro negli uffici.
Per abbassare i livelli sonori negli ambienti di lavoro, è opportuno posizionare stampanti e fotocopiatrici in stanze separate ed utilizzare pannelli insonorizzati e divisori.
L’Allegato XXXIV prende in considerazione esclusivamente lo spazio della postazione di lavoro, stabilendo che questo deve essere tale da consentire un adeguato cambiamento di posizione.
L’importanza del ricambio d’aria e del microclima nel luoghi di lavoro
Nell’ambiente di lavoro devono essere presenti porte e finestre che garantiscano un adeguato ricambio d’aria, ma anche impianti che prelevano l’aria dall’esterno e la convogliano negli ambienti di lavoro filtrandola e condizionandone la temperatura. Si tenga presente che in un ambiente di lavoro stampanti, scanner, fotocopiatrici e computer emettono calore e possono addirittura rilasciare sostanze chimiche dannose. Inoltre, la carta e vari tipi di plastiche utilizzate negli uffici possono esse stesse rilasciare sostanze tossiche, come anche i prodotti utilizzati per la pulizia degli ambienti.
Anche un impianto di riscaldamento o di condizionamento sul quale non viene effettuata una regolare manutenzione può divenire ricettacolo di funghi, batteri nocivi e sostanze inquinanti dannose per le vie respiratorie. Senza un adeguato ricambio d’aria si possono avere odori sgradevoli ma soprattutto secchezza delle mucose, mal di testa e difficoltà respiratorie.
L’areazione preferibile è quella naturale. Nel caso in cui fosse impossibile da realizzare, si dovrebbero installare sistemi di ventilazione meccanica che non devono però causare fastidiose correnti d’aria. Anche su questi dispositivi di ventilazione deve essere effettuata una regolare manutenzione e sanificazione per evitare un possibile inquinamento degli ambienti di lavoro.
Le caratteristiche del microclima devono essere di natura tale da assicurare il giusto comfort per i lavoratori, con particolare attenzione al calore emesso dai macchinari, come computer e stampanti, che non devono arrecare disagi né fastidi. Porte e finestre devono essere isolate in maniera ottimale, soprattutto d’estate quando le finestre sono esposte a Sud, oppure d’inverno quando ci sono delle aperture esposte a Nord.
Le differenze termiche non devono essere eccessive fra una zona e l’altra dell’ambiente di lavoro.
Una particolare attenzione deve essere posta all’umidità. In un ambiente eccessivamente umido proliferano le muffe che causano allergie o altri gravi disturbi. Un ambiente poco umido, invece, provoca secchezza delle mucose e degli occhi, disturbo particolarmente fastidioso per chi porta le lenti a contatto.
L’igiene ed il benessere sul luogo di lavoro
Mantenere condizioni igieniche ottimali sul luogo di lavoro è un dovere del datore di lavoro che deve garantire l’incolumità, la sicurezza e il benessere dei lavoratori.
Lavorare in un ambiente che è in buone condizioni igieniche migliora l’umore e la concentrazione, facendo aumentare la produttività.
Il datore di lavoro ha l’obbligo di provvedere alla pulizia degli ambienti, possibilmente al di fuori degli orari di lavoro, utilizzando idonei aspiratori che evitano il sollevamento delle polveri.
Nelle immediate vicinanze dei luoghi di lavoro deve essere presente acqua potabile, da utilizzare sia per dissetarsi che per la pulizia personale.
I bagni devono essere separati per uomini e donne, però se non c’è la possibilità di separazione e i lavoratori sono inferiori a 10 è ammesso un uso separato dei bagni comuni.
Le pareti, i pavimenti e i soffitti devono essere realizzati con materiali che ne consentono una facile pulizia.
L’uso delle scale nei luoghi di lavoro
Il D.Lgs 81/2008 all’articolo 113 stabilisce per le scale fisse a gradini che la pedata e l’alzata devono essere dimensionate in maniera regolare, con un’alzata minima di 16 cm. e massima di 18 cm. In presenza di più piani da collegare, ogni 10 scale deve esserci un pianerottolo.
La larghezza delle scale non deve essere inferiore a 1,20 metri, però può ridursi ad un metro se c’è la presenza di un ascensore o se l’edificio è al massimo di due piani.
La scala deve essere adeguatamente illuminata e i gradini non devono essere in materiale scivoloso.
Qualora un lato della scala sia aperto, deve esserci un parapetto di protezione, mentre se non esistono lati aperti deve esserci almeno un corrimano.
Le scale fisse devono essere costruite in maniera solida e resistente, tali da rispondere alle sollecitazioni causate da carichi eccessivi dovuti agli affollamenti in caso di emergenza.
Le statistiche Inail ci confermano che le scale costituiscono un pericolo per i lavoratori: gran parte delle cadute sono riconducibili a vertigini e malori e provocano quasi sempre delle fratture.
Per questo motivo redigere un Documento di Valutazione dei Rischi in maniera corretta contribuisce ad individuare le misure di prevenzione più opportune relative alla sicurezza sul lavoro.